NESSUNO NE PARLA (O QUASI)

NESSUNO NE PARLA (O QUASI)
news quasi sconosciute
a cura di Gian Paolo Cassano

Due notizie, una dal Brasile, l’altra dalla Bielorussia. In Brasile la polizia starebbe uccidendo bambini e adolescenti per “ripulire” le metropoli di Rio de Janeiro in vista dei Giochi del 2016. Queste le accuse del Comitato Onu sui Diritti dell’infanzia contro la polizia brasiliana, all’indomani della divulgazione del nono Annuario di pubblica sicurezza del Paese. Per l’organo delle Nazioni unite, le Forze dell’ordine sono direttamente coinvolte nell’”elevato numero di esecuzioni sommarie di bambini”, spesso accompagnate dall’impunità dei responsabili. “E’ una notizia tragica – ha detto alla Radio Vaticana padre Renato Chiera, fondatore della “Casa do Menor” – Adesso non deve stupirvi molto, perché il genocidio sociale in atto è un fatto presente in Brasile da quando io sono arrivato 37 anni fa. Qui abbiamo una cultura di morte, di uccisione, che bisogna ammazzare.“ Infatti nel 2014, ci sono stati 58.560 omicidi, e altrettanti nel 2013. Sono numeri agghiaccianti, quelli che emergono dalla divulgazione dell’annuario brasiliano di pubblica sicurezza.
E’ l’ultimo dittatore d’Europa. Parlo di Alexander Lukashenko (al potere dal 1994) che domenica scorsa 11 ottobre, ha conquistato per la quinta volta la presidenza con l’83,49% dei voti, secondo i dati preliminari diffusi dalla commissione elettorale centrale. Nel 2010 aveva vinto con il 79,65%.
Sotto il 5% gli altri tre candidati: 4,42% per Tatiana Korotkevich, attivista del movimento di opposizione ‘Di’ la verita”, 3.32% per il leader del partito liberal-democratico Serghie Gaidukevich, e 1,67% per Nikolai Ulakhovich, capo del partito patriottico. A congratularsi per primo per la rielezione è stato il presidente russo Vladimir Putin. Le precedenti elezioni in Bielorussia vennero considerate irregolari dagli osservatori occidentali e dall’Osce, che ha verificato anche il voto di domenica e che presenterà un rapporto sulla consultazione, che le opposizioni bielorusse hanno definito una “farsa”. Occorre ricordare che il paese vive una condizione economica difficile, sull’orlo della recessione, vista anche la dipendenza da Mosca, con l’inflazione intorno al 20%, dove c’è un regime autoritario che tende a spegnere anche la vivacità della vita politica e culturale e dove l’economia non è particolarmente florida.
Gian Paolo Cassano

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