NESSUNO NE PARLA (O QUASI) news quasi sconosciute a cura di Gian Paolo Cassano

Vivo cordoglio ha destato la morte lo scorso 5 luglio di padre Stan Swamy, il gesuita di 84 anni deceduto a Mumbai, in India. Era stato incarcerato con l’accusa di terrorismo per il suo impegno in favore delle popolazioni tribali (come ricorda Vatican news).
Era stato ricoverato il 29 maggio all’ospedale cattolico della Sacra Famiglia di Mumbai a causa dell’aggravarsi delle sue precarie condizioni di salute dopo avere contratto in carcere il Covid-19 e l’Alta Corte dello Stato di Maharashtra gli aveva concesso la proroga del ricovero fino al 5 luglio, mentre in tribunale si discuteva ancora il suo ultimo ricorso per ottenere la scarcerazione su cauzione che gli era stata ripetutamente negata nonostante il Parkinson, l’età avanzata (aveva 84 anni) e i numerosi appelli per la sua liberazione.
Padre Swamy era stato arrestato l’8 ottobre 2020, dall’Agenzia antiterrorismo indiana (Nia) insieme ad altri 15 attivisti sociali per i diritti degli Adivasi (le popolazioni tribali), tutti accusati, in base alla “Unlawful activities prevention act” (Uapa), di terrorismo e di complicità con i ribelli maoisti e in particolare di un presunto coinvolgimento nei disordini scoppiati nel 2018 a Bhima-Koregaon, nello Stato del Maharashtra. Accuse che il sacerdote aveva sempre respinto come infondate.
Numerose sono state in questi mesi le iniziative e le mobilitazioni per chiedere la sua liberazione. A cominciare dagli appelli dei confratelli della Compagnia di Gesù, tra i quali una delle voci più attive è stata quella di padre Cedrik Prakash, anch’egli impegnato da anni per i diritti umani in India, che sui social aveva lanciato l’hashtag #StandwithStan e #FreeStanSwamy.
Anche i vescovi e i religiosi dell’India erano intervenuti ripetutamente sul caso. A ottobre la Conferenza episcopale indiana (Cbci) aveva parlato di un “arresto incomprensibile”, ribadendo il notevole impegno del sacerdote a tutela dei diritti dei popoli indigeni.
Stanislaus Lourduswamy, questo il suo nome integrale, era nato il 26 aprile 1937 a Trichy, nel Tamil Nadu. Era entrato nella Compagnia di Gesù nel 1957 emettendo i voti perpetui come gesuita il 22 aprile 1981, 11 anni dopo la sua ordinazione sacerdotale. Aveva svolto i primi anni del suo ministero sacerdotale come assistente sociale a Jamshedpur e Chaibasa, nello Stato del Jarhand, dove era tornato successivamente negli anni ’90 per svolgere attività sociali affianco degli Adivasi. Dal 1997 si era trasferito a Ranchi dove era rimasto fino al suo arresto a ottobre, quando era stato trasferito al carcere di Taloja di Mumbai.

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