Islam

CASALE – (gpc) Sono 1.628.000 i musulmani presenti in Italia (su una popolazione di oltre 60 milioni), la seconda tradizione religiosa presente nel Paese. Nel Monferrato si calcola che possano essere tra i 1500 ed i 2000.Sono questi alcuni dati emersi nella relazione dl adott.sa Elisabetta Sanlorenzo, che recentemente ha brillantemente conseguito un master in islamismo e che è stata presentata domenica scorsa 25 ottobre nel corso della III Giornata diocesana del dialogo islamo -cristiano sul tema: “Cristiani e musulmani: dall’accoglienza alla convivenza pacifica”.
L’incontro si è tenuto domenica scorsa a Casale, presso l’auditorium S. Chiara, organizzato congiuntamente dalla comunità islamica casalese e dalla diocesi di Casale (ufficio ecumenismo e dialogo), con il patrocinio del comune casalese, con il plauso all’iniziativa espresso nel suo intervento dall’assessore alla pubblica istruzione prof. Ornella Caprioglio. Una giornata all’insegna della comprensione e del mutuo rispetto tra cristiani e musulmani, in una sala segnata da una significativa presenza di cristiani e di musulmani che hanno voluto riflettere sulla misericordia e sulla compassione di Dio nelle due tradizione religiose.Ci sono stati anche brevi momenti di preghiera con la chiamata alla preghiera islamica della sera, nonché di un preghiera vespertina cristiana con la proclamazione del Salmo 22. Nell’intervento della dott.sa Sanlorenzo è stato evidenziato come la comunità islamica casalese faccia riferimento alla Sezione Islamica Italiana, senza legami di tipo politico o a qualche Stato arabo. E’ composta in maggioranza da musulmani arabi (il 60 %, soprattutto da Marocco e Tunisia), con un componente africana (Somalia, Senegal…) ed europea (Albania, Kossovo, Macedonia). Ha riflettuto inoltre sul dialogo, sulla sua importanza e significato e sull’esperienza del gruppo di lavoro misto che è andato avviandosi in questi mesi.
Introdotti da Yacoub Frasson (membro del Centro islamico casalese e della Sezione islamica italiana) si è svolto poi un dialogo un confronto a due voci (islamica e cristiana) con un breve dibattito, cui è seguito un momento di condivisione fatto con semplicità e con il contributo un po’ di tutti. Marco Omar Aldrigo (presidente della Sezione Islamica italiana), ha con un alcuni esempi storici e riferendosi sia al Corano che agli Hadit, ha posto in evidenza come accoglienza e convivenza trovino le radici nella tradizione islamica. Un’accoglienza che nasce dalla fede e dal rispetto per i credenti in Dio, alle prove della storia (dal Nord Africa alla Siria, dalla Spagna alla Sicilia). Don Cassano, ha puntualizzato il senso dell’accoglienza, a partire dalla tradizione cristiana, anche in relazione alle sfide attuali dei profughi e dei migranti e alla responsabilità come credenti (costante al riguardo è il richiamo del Papa) ad amare come Cristo ci insegna nello stile dell’accoglienza e della misericordia.
L’incontro si è concluso con uno scambio gastronomico in amicizia e con la sottoscrizione di una dichiarazione comune (letta in assemblea) firmata dal presidente della Comunità islamica casalese Abdel Aziz Echakari) e dal delegato diocesano per ecumenismo e dialogo interreligioso don Gian Paolo Cassano. “Cristiani e musulmani – si legge nel documento – hanno profonde radici comuni. (…) E per costruire un mondo di pace c’è bisogno che le due religioni mondiali maggioritarie, che sono l’islam ed il cristianesimo,  sappiano riscoprire le comuni radici di pace in tutte le loro molteplici declinazioni, fra cui (…) quelle dell’accoglienza dello straniero, del rifugiato, dell’aiuto ai poveri, agli ultimi della società, per costruire la convivenza pacifica”. Lo ricordano i rispettivi testi sacri, “checchè ne dicano coloro che vorrebbero piegare sia l’islam che il cristianesimo alla logica della guerra.  Questo crediamo possa essere la strada per costruire una società libera dal terrore della guerra nucleare, dalla paura continua di qualsiasi essere umano diverso da noi, riscoprendo la comune umanità, il comune bisogno di accoglienza e di vivere pacificamente, come figli e figlie dell’unica Madre Terra che ci ospita.”
Infatti “chi vuole pace per se dovrà imparare a dare pace agli altri. E questo lo si potrà fare riscoprendo le vere radici comuni alle religioni monoteiste, ad islam, cristianesimo ed ebraismo, che sono l’accoglienza, l’ospitalità, la misericordia, la pace, perché ‘la terrà è di Dio’ e nessuno ha il diritto di dichiararla propria e sfruttarla a proprio uso e consumo.
Uomini e donne di pace cercasi.”
gpc

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