La parola di Papa Francesco

LA PAROLA DI PAPA FRANCESCO
a cura di Gian Paolo Cassano

Sul legame inviolabile tra Chiesa e famiglia ha riflettuto il Papa nel corso dell’Udienza generale di mercoledì 25 marzo, nella prospettiva della prossima sessione del Sinodo sulla famiglia di ottobre, per cui ha invitato i cristiani a pregare, “specialmente per le persone e le famiglie che per diversi motivi sono ‘stanche e sfinite”, perché ogni famiglia “del mondo, nessuna esclusa, sia dentro che fuori l’ovile”. Infatti “la Chiesa, come madre, non abbandona mai la famiglia, anche quando essa è avvilita, ferita e in tanti modi mortificata. Neppure quando cade nel peccato, oppure si allontana dalla Chiesa; sempre farà di tutto per cercare di curarla e di guarirla, di invitarla a conversione e di riconciliarla con il Signore”. La Chiesa “si impegna solennemente a prendersi cura della famiglia” che nasce da una coppia di sposi, “come dono di Dio per la sua stessa vita, nella buona e nella cattiva sorte”. Ha fatto poi memoria del 20° anniversario della pubblicazione da parte di Giovanni Paolo II (grande maestro per tante famiglie) dell’Enciclica “Evangelium vitae”, dove si “ricorda che la coppia umana è stata benedetta da Dio fin dal principio per formare una comunità di amore e di vita, a cui è affidata la missione della procreazione. Gli sposi cristiani, celebrando il sacramento del Matrimonio, si rendono disponibili ad onorare questa benedizione, con la grazia di Cristo, per tutta la vita”. Il Papa poi ha pregato con un’invocazione alla S. Famiglia, icona “dell’amore vero”, perché renda anzitutto le famiglie cristiane “autentiche scuole del Vangelo e piccole Chiese domestiche”.
A fine udienza, rivolto ai provenienti dalla provincia di Vibo Valentia, con il loro vescovo, ha lanciato un appello per il diritto al lavoro “affinché non prevalga la logica del profitto, ma quella della solidarietà e della giustizia”. Infatti “al centro di ogni questione, specialmente quella lavorativa va sempre posta la persona e la sua dignità e per questo avere lavoro è una questione di giustizia”. Allora “è un’ingiustizia non poter avere lavoro. Quando non si guadagna il pane, si perde la dignità! Questo è il dramma del nostro tempo, specialmente per i giovani, i quali, senza il lavoro, non hanno prospettive per il futuro e possono diventare facile preda delle organizzazioni malavitose”.
Domenica 29 marzo (Le Palme), nella Giornata della gioventù (che quest’anno si vive a livello diocesano) ha ricordato che “Dio si umilia per camminare con il suo popolo”, sottolineando “l’umiliazione di quanti, per il loro comportamento fedele al Vangelo sono discriminati”. Questa è la via per seguire Gesù e per vivere la Settimana Santa. “Umiliarsi è prima di tutto lo stile di Dio (…), uno stile che non finirà mai di sorprenderci e di metterci in crisi: a un Dio umile non ci si abitua mai!” Ora “umiltà vuol dire servizio, vuol dire lasciare spazio a Dio spogliandosi di sé stessi”, come Cristo che si è svuotato… Così il Pontefice ha parlato della strada contraria a quella di Cristo che è la  “mondanità” che “ci offre la via della vanità, dell’orgoglio, del successo… E’ l’altra via. Il maligno l’ha proposta anche a Gesù, durante i quaranta giorni nel deserto. Ma Gesù l’ha respinta senza esitazione. E con Lui, con la sua grazia soltanto, col suo aiuto, anche noi possiamo vincere questa tentazione della vanità, della mondanità, non solo nelle grandi occasioni, ma nelle comuni circostanze della vita”. Allora “mettiamoci anche noi decisamente su questa strada, con tanto amore per Lui, il nostro Signore e Salvatore”, confortati dall’esempio “di tanti uomini e donne che, nel silenzio e nel nascondimento, ogni giorno rinunciano a sé stessi per servire gli altri: un parente malato, un anziano solo, una persona disabile” e di “quanti per il loro comportamento fedele al Vangelo sono discriminati e pagano di persona”. Sulla via dell’umiltà di Dio, “sarà l’amore a guidarci e a darci forza”.
All’Angelus, il pensiero del Papa è andato alle vittime della sciagura aerea di martedì 24 marzo, dando appuntamento ai giovani alla prossima GMG, nel 2016 a Cracovia, sul tema, “Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia”. A loro ha detto: “lasciatevi riempire dalla tenerezza del Padre, per diffonderla intorno a voi!”
Gian Paolo Cassano

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