La Parola di Papa Benedetto

LA PAROLA di PAPA BENEDETTO

a cura di Gian Paolo Cassano

Nella solennità dell’Immacolata mercoledì 8 dicembre (non c’è stata per questo l’Udienza generale) all’Angelus Benedetto XVI ha ricordato come la grazia sia più grande del peccato e la misericordia di Dio sia più potente del male. L’espressione “piena di grazia”, ovvero “da sempre ricolma dell’amore di Dio” spiega il mistero dell’Immacolata Concezione, segno di “una singolare predilezione da parte di Dio” verso Maria, prescelta “per essere madre” del “Figlio fatto uomo e, di conseguenza, preservata dal peccato originale”. “In mezzo alle prove della vita ha aggiunto il Papa e specialmente alle contraddizioni che l’uomo sperimenta dentro di sé e intorno a sé, Maria, Madre di Cristo, ci dice che la Grazia è più grande del peccato, che la misericordia di Dio è più potente del male e sa trasformarlo in bene. Purtroppo ogni giorno noi facciamo esperienza del male, che si manifesta in molti modi nelle relazioni e negli avvenimenti, ma che ha la sua radice nel cuore dell’uomo, un cuore ferito, malato, e incapace di guarirsi da solo”.

Dio però “non viene meno al suo disegno d’amore e di vita” grazie al “suo Figlio, che per offrire se stesso in espiazione è nato da donna”. Maria “ci aiuti soprattutto ad avere fede in Dio, a credere nella sua Parola, a rigettare sempre il male e a scegliere il bene”.

Nel pomeriggio, poi, rendendo omaggio alla statua dell’Immacolata di Piazza di Spagna ha invitato “ad aprirsi all’azione dello Spirito Santo per poter giungere, nel nostro destino finale, ad essere immacolati, pienamente e definitivamente liberi dal male.” E’ il messaggio di Maria rivolto a tutti, “anche a chi non ci pensa, a chi non ricorda neppure la Festa dell’Immacolata, a chi si sente solo e abbandonato”, perché lo sguardo di Maria “è lo sguardo di Dio su ciascuno”, in quanto “il suo cuore immacolato è sintonizzato con la misericordia di Dio. Così lei vede la Città: non come un agglomerato anonimo, ma come una costellazione dove Dio conosce tutti personalmente per nome, ad uno ad uno, e ci chiama a risplendere della sua luce. E quelli che agli occhi del mondo sono i primi, per Dio sono gli ultimi; quelli che sono piccoli, per Dio sono grandi”.

Domenica 12 dicembre, poi, all’Angelus, ha sottolineato “il valore della costanza e della pazienza, una virtù che appartenevano al bagaglio normale dei nostri padri, ma che oggi sono meno popolari, in un mondo che esalta, piuttosto, il cambiamento e la capacità di adattarsi a sempre nuove e diverse situazioni”. Sono due virtù “ sintesi tra l’impegno umano e l’affidamento a Dio”. Allora “come possiamo rendere più forti i nostri cuori, già di per sé piuttosto fragili, e resi ancora più instabili dalla cultura in cui siamo immersi?” “L’aiuto non ci manca: è la Parola di Dio. Infatti, mentre tutto passa e muta, la Parola del Signore non passa. Se le vicende della vita ci fanno sentire smarriti e ogni certezza sembra crollare, abbiamo una bussola per trovare l’orientamento, abbiamo un’ancora per non andare alla deriva”.

Gian Paolo Cassano

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