La Parola di Papa Benedetto

LA PAROLA DI PAPA BENEDETTO
a cura di Gian Paolo Cassano

Un nuovo viaggio apostolico in Messico e a Cuba. Ci soffermiamo innanzitutto sulla prima tappa messicana. Benedetto XVI è giunto a Leon venerdì 23 marzo, con un’accoglienza festosa di autorità e fedeli. “Giungo come pellegrino della fede, della speranza e della carità – ha detto il Papa – Desidero confermare nella fede i credenti in Cristo, consolidarli in essa e incoraggiarli a rivitalizzarla con l’ascolto della Parola di Dio, i Sacramenti e la coerenza di vita”. Di qui l’invito ad essere missionari tra i propri fratelli e fermento nella società, “fondata sullo sviluppo del bene, il trionfo dell’amore e la diffusione della giustizia”.
Sabato 24 marzo ha avuto un incontro istituzionale con il presidente messicano Felipe Calderon, commentando la situazione mondiale, analizzando i rapporti tra Chiesa e Stato, nella specifica realtà messicana, nonché il ruolo della S. Sede nelle questioni mondiali, “come la lotta alla fame, la prevenzione dei disastri naturali, gli aiuti umanitari, il diritto umanitario internazionale, i diritti umani e l’abolizione della pena di morte”. Significativo l’incontro con i bambini a Guanajuato, in un Paese dove sono proprio i minori a portare il peso della sofferenza, dell’abbandono, della violenza e della fame causata dalla siccità di questi ultimi mesi. “Per questo – ha detto il Papa- desidero levare la mia voce invitando tutti a proteggere e accudire i bambini, perché mai si spenga il loro sorriso, possano vivere in pace e guardare al futuro con fiducia”.
Domenica 25 marzo Benedetto XVI ha presieduto l’Eucaristia nel Parco del Bicentenario a León, che ricorda i 200 anni dall’indipendenza del Paese, di fronte a oltre 600.000 fedeli, esortandoli a resistere alla tentazione di una fede superficiale e recuperare la gioia di essere cristiani, ricordano anche la precedente visita di Giovanni Paolo II.
Si è poi riferito alla grande sfida della “Missione continentale”, lanciata nel 2007 ad Aparecida, in Brasile, con tutti i vescovi dell’America Latina per rinnovare e rivitalizzare la novità del Vangelo. Essa “ha l’obiettivo di far arrivare questa convinzione a tutti i cristiani e alle comunità ecclesiali, affinché resistano alla tentazione di una fede superficiale e abitudinaria, a volte frammentaria ed incoerente, per recuperare la gioia di essere cristiani e di appartenere alla sua Chiesa”. Così il prossimo “Anno della fede è un invito a un’autentica e rinnovata conversione al Signore, unico Salvatore del mondo.” All’Angelus, invocando la Madonna di Guadalupe, Patrona del Messico, ha esortato a non dimenticare che “la vera devozione alla Vergine Maria ci avvicina sempre a Gesù, e non consiste né in uno sterile e passeggero sentimentalismo, né in una certa qual vaga credulità, ma procede dalla fede vera” che spinge a “impegnarsi ad ascoltare il suo Figlio”. Non dimenticando la situazione difficile che il Paese sta vivendo “a causa della povertà, della corruzione, della violenza domestica, del narcotraffico, della crisi di valori o della criminalità”, ha inviato a rivolgersi “a Maria alla ricerca di conforto, vigore e speranza. E’ la Madre del vero Dio che invita a rimanere con la fede e la carità sotto la sua ombra, per superare così ogni male e instaurare una società più giusta e solidale”. Nel pomeriggio, celebrando i Vespri nella Cattedrale di Leon ha chiesto che la Chiesa sia sempre al servizio degli uomini, specie degli emarginati: “siate dalla parte di coloro che sono emarginati dalla violenza, dal potere o da una ricchezza che ignora coloro ai quali manca quasi tutto”. Infatti “la Chiesa non può separare la lode a Dio dal servizio agli uomini”, poiché essere uomo “è essere fratello e custode del prossimo”. Di qui l’attenzione ai laici, il cui ruolo deve essere valorizzato, specie nel compito della nuova evangelizzazione; infatti “la loro formazione nella fede è cruciale per rendere presente e fecondo il Vangelo nella società di oggi”.
Gian Paolo Cassano

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