La parola di Papa Francesco

LA PAROLA DI PAPA FRANCESCO
a cura di Gian Paolo Cassano

L’udienza generale di mercoledì 21 settembre ha messo in rilievo la specificità del perdono del cristiano nel percorrere la via della misericordia divina. Prendendo spunto dal motto del Giubileo (“Misericordiosi come il Padre”), Papa Francesco ha sottolineato che Gesù “come il Padre, non pensa alla quantità” ma chiede ai suoi discepoli di “diventare segno, canali, testimoni della sua misericordia”. La Chiesa “non può che essere sacramento della misericordia di Dio nel mondo, in ogni tempo e verso tutta l’umanità”. Ora la misericordia “si esprime anzitutto nel perdono”: infatti “il cristiano deve perdonare (….) perché è stato perdonato (…). Nessuno di noi, nella sua vita, non ha avuto bisogno del perdono di Dio. E perché noi siamo stati perdonati, dobbiamo perdonare”.
Bisogna “perdonare le offese, perdonare tante cose, perché noi siamo stati perdonati” per tanti peccati. “Se Dio ha perdonato me perché non devo perdonare gli altri? Sono più grande di Dio?” Infatti “giudicare e condannare il fratello che pecca è sbagliato. Non perché non si voglia riconoscere il peccato, ma perché condannare il peccatore spezza il legame di fraternità con lui e disprezza la misericordia di Dio, che invece non vuole rinunciare a nessuno dei suoi figli.” Noi non siamo superiori al fratello: “abbiamo piuttosto il dovere di recuperarlo alla dignità di figlio del Padre e di accompagnarlo nel suo cammino di conversione.”
Se “perdonare è il primo pilastro, donare è il secondo pilastro”, come Dio che dona “ben al di là dei nostri meriti, ma sarà ancora più generoso con quanti qui in terra saranno stati generosi”. Ecco perché “l’amore misericordioso è (…) l’unica via da percorrere” e la carità “permette ai discepoli di Gesù di non perdere l’identità ricevuta da Lui, e di riconoscersi come figli dello stesso Padre”., non dimenticando il binomio “perdono e dono” che alimenta la misericordia. Per questo “il cuore si allarga, si allarga nell’amore. Invece l’egoismo, la rabbia, fa il cuore piccolo, piccolo, piccolo, piccolo e si indurisce come una pietra (…) Se preferite un cuore pieno di amore, siate misericordiosi!”
Gian Paolo Cassano

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