La parola di Papa Francesco

LA PAROLA DI PAPA FRANCESCO
a cura di Gian Paolo Cassano

Il Papa ha mostrato una solidarietà piena e forte nei confronti delle vittime del terremoto in Italia centrale.
Già mercoledì 24 agosto aveva sospesa la catechesi programmata invitando i fedeli ad unirsi a lui nella preghiera del Rosario per i terremotati. “Dinanzi alla notizia del terremoto che ha colpito il centro d’Italia, devastando intere zone e lasciando morti e feriti, non posso non esprimere il mio grande dolore e la mia vicinanza a tutte le persone presenti nei luoghi colpiti dalle scosse, a tutte le persone che hanno perso i loro cari e a quelle che ancora si sentono scosse dalla paura e dal terrore”. Ed ha aggiunto: “sentire il sindaco di Amatrice dire: ‘Il paese non c’è più’ e sapere che tra i morti ci sono anche i bambini, mi commuove davvero tanto”. Il Papa ha pensato alla commozione di Gesù davanti al dolore umano, chiedendo di unirsi a Lui nella preghiera affinché Gesù “consoli questi cuori addolorati e doni loro la pace” e invitando a lasciarsi “commuovere con Gesù”.
Domenica 28 agosto, poi, all’Angelus, ha indicato la sua volontà di recarsi presto in visita in quelle zono segnate dal sima per portare “di persona il conforto della fede, l’abbraccio di padre e fratello, e il sostegno della speranza cristiana”. Infatti “la Chiesa condivide la loro sofferenza e le loro preoccupazioni, prega per i defunti e per i superstiti”. Commentando il Vangelo, ha poi ribadito che la via del Vangelo è il servizio al prossimo, lontano dall’orgoglio e dall’arrivismo. Infatti “la storia insegna che l’orgoglio, l’arrivismo, la vanità, l’ostentazione sono la causa di molti mali. E Gesù ci fa capire la necessità di scegliere l’ultimo posto, cioè di cercare la piccolezza e il nascondimento: l’umiltà. Quando ci poniamo davanti a Dio in questa dimensione di umiltà, allora Dio ci esalta, si china verso di noi per elevarci a sé; perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato”. Le parole di Gesù “sottolineano atteggiamenti completamente diversi e opposti: l’atteggiamento di chi si sceglie il proprio posto e l’atteggiamento di chi se lo lascia assegnare da Dio e aspetta da Lui la ricompensa”.
Così il cristiano deve “scegliere la gratuità invece del calcolo opportunistico che cerca di ottenere una ricompensa”, e di “arricchirsi di più”. Per questo “oggi, Gesù si fa voce di chi non ha voce e rivolge a ciascuno di noi un accorato appello ad aprire il cuore e fare nostre le sofferenze e le ansie dei poveri, degli affamati, degli emarginati, dei profughi, degli sconfitti dalla vita, di quanti sono scartati dalla società e dalla prepotenza dei più forti”. Di qui l’invocazione alla Vergine perché i cristiani siano “capaci di gesti gratuiti di accoglienza e di solidarietà verso gli emarginati, per diventare degni della ricompensa divina”.
Gian Paolo Cassano

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