La Parola di Papa Francesco

LA PAROLA DI PAPA FRANCESCO
a cura di Gian Paolo Cassano

Dopo i tragici fatti di Nizza, durante l’Angelus di domenica 17 luglio il Papa ha espresso la sua vicinanza al popolo francese e invocato la fine del terrore: “Dio, Padre buono, accolga tutte le vittime nella sua pace, sostenga i feriti e conforti i familiari; Egli disperda ogni progetto di terrore e di morte, perché nessun uomo osi più versare il sangue del fratello.”
Commentando il vangelo domenicale di Marta e Maria, ha invitato a costruire un mondo nuovo, più fraterno, basato sull’accoglienza e non sull’emarginazione e l’esclusione. L’ospitalità oggi è “una virtù umana e cristiana” che purtroppo “nel mondo di oggi rischia di essere trascurata”. L’analisi del Pontefice è precisa: “si moltiplicano le case di ricovero e gli ospizi, ma non sempre in questi ambienti si pratica una reale ospitalità. Si dà vita a varie istituzioni che provvedono a molte forme di malattia, di solitudine, di emarginazione, ma diminuisce la probabilità per chi è straniero, emarginato, escluso di trovare qualcuno disposto ad ascoltarlo. Perché è straniero, profugo, migrante. Ascoltare quella dolorosa storia! Persino nella propria casa, tra i propri familiari, può capitare di trovare più facilmente servizi e cure di vario genere che ascolto e accoglienza”. 
Di qui un esame di coscienza sulla nostra capacità di ascolto: “siamo indaffarati continuamente e così non abbiamo tempo per ascoltare. E io vorrei domandare a voi, farvi una domanda, ognuno risponda nel proprio cuore: ‘Tu, marito, hai tempo per ascoltare tua moglie? E tu, donna, hai tempo per ascoltare tuo marito? Voi genitori avete tempo, tempo da perdere, per ascoltare i vostri figli o i vostri nonni, gli anziani?’ – ‘Ma, i nonni sempre dicono le stesse cose, sono noiosi…’ – ‘Ma hanno bisogno di essere ascoltati!’. Ascoltare. Vi chiedo di imparare ad ascoltare e di dedicargli più tempo. Nella capacità di ascolto c’è la radice della pace”. Nel passo evangelico il Signore esorta Marta a non affannarsi ma a scegliere come Maria la parte migliore, l’unica cosa necessaria: “nel suo affaccendarsi e darsi da fare, Marta rischia di dimenticare. E questo è il problema: rischia di dimenticare la cosa più importante, cioè la presenza dell’ospite, che era Gesù in questo caso. Si dimentica della presenza dell’ospite. E l’ospite non va semplicemente servito, nutrito, accudito in ogni maniera. Occorre soprattutto che sia ascoltato…..”
L’unica cosa di cui c’è bisogno rimanda poi all’ascolto della parola di Gesù, “che illumina e sostiene tutto ciò che siamo e che facciamo”. “Se noi andiamo a pregare, per esempio, davanti al Crocifisso e parliamo, parliamo, parliamo e parliamo e poi ce ne andiamo: non ascoltiamo Gesù! Non lasciamo parlare Lui al nostro cuore. Ascoltare: quella parola è chiave. Non dimenticatevi!”
Gian Paolo Cassano

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