La Parola di Papa Francesco

LA PAROLA DI PAPA FRANCESCO
a cura di Gian Paolo Cassano

La cosiddetta teoria del “gender” è “un passo indietro”, non una soluzione per i problemi di rapporto tra uomo e donna. Ne ha parlato il Papa nel corso dell’Udienza generale di mercoledì 16 aprile, ribadendo che uomo e donna sono stati pensati da Dio con caratteristiche complementari e dotati entrambi di identica dignità. Francesco è partito dalla “cultura moderna e contemporanea” per riaffermare la visione cristiana sulla coppia e il matrimonio. I “nuovi spazi” di libertà individuati nel rapporto uomo-donna hanno finito per generare, come per la teoria del “gender”, non solo “molti dubbi” ma anche “molto scetticismo”. Ora la “teoria del gender” non è forse “anche espressione di una frustrazione e di una rassegnazione, che mira a cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa ? Eh! rischiamo di fare un passo indietro. La rimozione della differenza, infatti, è il problema, non la soluzione”. Il Pontefice si è rifatto all’esperienza concreta e quotidiana, dove appare una realtà del tutto evidente: “per conoscersi bene e crescere armonicamente l’essere umano ha bisogno della reciprocità tra uomo e donna. Quando ciò non avviene, se ne vedono le conseguenze. Siamo fatti per ascoltarci e aiutarci a vicenda. Possiamo dire che senza l’arricchimento reciproco in questa relazione, nel pensiero e nell’azione, negli affetti e nel lavoro, anche nella fede, i due non possono nemmeno capire fino in fondo che cosa significa essere uomo e donna”. Nel progetto della Creazione l’uomo e la donna sono creati da Dio a sua immagine non solo individualmente, ma anche “come coppia”; quindi la loro differenza va intesa come “comunione” e “generazione”. Ora “per risolvere i loro problemi di relazione, l’uomo e la donna devono invece parlarsi di più, ascoltarsi di più, conoscersi di più, volersi bene di più. Devono trattarsi con rispetto e cooperare con amicizia. Con queste basi umane, sostenute dalla grazia di Dio, è possibile progettare l’unione matrimoniale e familiare per tutta la vita. Il legame matrimoniale e familiare è una cosa seria, e lo è per tutti, non solo per i credenti”.
Poi il Papa ha invitato gli intellettuali “a non disertare questo tema, come se fosse diventato secondario per l’impegno a favore di una società più libera e più giusta” che significa più impegno “in favore della donna”, prendendo a modello Gesù che l’ha considerata protagonista “in un contesto meno favorevole del nostro”. “E’ necessario, infatti, che la donna non solo sia più ascoltata, ma che la sua voce abbia un peso reale, un’autorevolezza riconosciuta, nella società e nella Chiesa (…) Ancora non abbiamo capito in profondità quali sono le cose che ci può dare il genio femminile, le cose che la donna può dare alla società e anche a noi, che sa vedere le cose con altri occhi che completano il pensiero degli uomini.  E’ una strada da percorrere con più creatività e audacia”.
Al termine dell’udienza, Papa Francesco ha salutato alcuni dei familiari, marito e una figlia, di Asia Bibi, la donna cristiana pakistana accusata di blasfemia e per questo condannata a morte ed in carcere da quasi 6 anni.
Domenica 19 aprile, al Regina Coeli ha pregato e rivolto un appello accorato dopo l’ennesima, immane, strage di migranti nel Canale di Sicilia, alla comunità internazionale perché agisca per evitare il ripetersi di simili tragedie. “Sono uomini e donne come noi, fratelli nostri che cercano una vita migliore, affamati, perseguitati, feriti, sfruttati, vittime di guerre; cercano una vita migliore… Cercavano la felicità…”
In precedenza si era soffermato sull’esperienza degli Apostoli che, avendo visto Cristo risorto, “non potevano” non testimoniare “la loro straordinaria esperienza”, esortando, anche oggi, tutti i cristiani ad essere testimoni: a vedere, ricordare e raccontare. Infatti “il testimone è uno che ha visto con occhio oggettivo, ha visto una realtà, ma non con occhio indifferente; ha visto e si è lasciato coinvolgere dall’evento. Per questo ricorda, non solo perché sa ricostruire in modo preciso i fatti accaduti, ma anche perché quei fatti gli hanno parlato e lui ne ha colto il senso profondo. Allora il testimone racconta, non in maniera fredda e distaccata, ma come uno che si è lasciato mettere in questione, e da quel giorno ha cambiato vita. Il testimone è uno che ha cambiato vita”.
Ma “il contenuto della testimonianza cristiana non è una teoria, un’ideologia o un complesso sistema di precetti e divieti, oppure un moralismo, ma è un messaggio di salvezza, un evento concreto, anzi una Persona: è Cristo risorto, vivente e unico Salvatore di tutti”.  Il cristiano sarà tanto più credibile “quanto più traspare da un modo di vivere evangelico, gioioso, coraggioso, mite, pacifico, misericordioso. Se invece il cristiano si lascia prendere dalle comodità, dalla vanità, dall’egoismo, se diventa sordo e cieco alla domanda di ‘risurrezione’ di tanti fratelli, come potrà comunicare Gesù vivo, come potrà comunicare la potenza liberatrice di Gesù vivo e la sua tenerezza infinita ?”
Gian Paolo Cassano

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