La parola di Papa Benedetto

LA PAROLA DI PAPA BENEDETTO

a cura di Gian Paolo Cassano

Uno storico viaggio, quello del Papa domenica 19 giugno, la più piccola Repubblica del mondo, nella diocesi di San Marino-Montefeltro. Celebrando la S. Messa nello Stadio di Serravalle ripieno di fedeli (con 25 i cardinali e i vescovi e più di 200 i sacerdoti concelebranti), accolto dal Vescovo mons. Luigi Negri, il Pontefice ha incoraggiato “a perseverare nella testimonianza dei valori umani e cristiani, così profondamente radicati nella fede e nella storia di questo territorio e della sua popolazione.”

Benedetto XVI ha tracciato l’antico percorso di fede che caratterizza questa diocesi, la sua “assoluta fedeltà al Vescovo di Roma”, come pure “l’attenzione dimostrata verso la grande tradizione della Chiesa orientale e la profonda devozione verso la Vergine Maria,” ricordando che “l’evangelizzazione di questa terra è attribuita ai Santi scalpellini Marino e Leone, i quali alla metà del III secolo dopo Cristo sarebbero approdati a Rimini dalla Dalmazia”. Ora “apprezzare un’eredità” significa “coltivarla e arricchirla“. Per questo “voi – ha aggiunto il Papa – siete chiamati a sviluppare questo prezioso deposito in un momento tra i più decisivi della storia.” E’ una missione che si confronta con le profonde e rapide trasformazioni odierne; ci sono “difficoltà e ostacoli, dovuti soprattutto a modelli edonistici che ottenebrano la mente e rischiano di annullare ogni moralità. Si è insinuata la tentazione di ritenere che la ricchezza dell’uomo non sia la fede, ma il suo potere personale e sociale, la sua intelligenza, la sua cultura e la sua capacità di manipolazione scientifica, tecnologica e sociale della realtà.”

Come non pensare alla crisi di non poche famiglie, “aggravata dalla diffusa fragilità psicologica e spirituale dei coniugi, come pure la fatica sperimentata da molti educatori nell’ottenere continuità formativa nei giovani, condizionati da molteplici precarietà, prima fra tutte quella del ruolo sociale e della possibilità lavorativa “?

All’Angelus, Benedetto XVI ha ricordato la beatificazione, a Dax, in Francia, di Suor Marguerite Rutan, Figlia della Carità, martire della Rivoluzione francese per la sua fede cattolica e la fedeltà alla Chiesa. Parlando poi della Giornata mondiale del rifugiato ha invitato le autorità civili e ad ogni persona di buona volontà “a garantire accoglienza e degne condizioni di vita ai rifugiati, in attesa che possano ritornare in Patria liberamente e in sicurezza”.

Nel pomeriggio c’è stato l’incontro ufficiale con i membri del Governo, del Congresso e del Corpo diplomatico. Qui ha parlato di quella “sana laicità, all’interno della quale devono agire le istituzioni civili, nel loro costante impegno a difesa del bene comune. La Chiesa, rispettosa della legittima autonomia di cui il potere civile deve godere, collabora con esso al servizio dell’uomo, nella difesa dei suoi diritti fondamentali, di quelle istanze etiche che sono iscritte nella sua stessa natura“. Ricordando come “nell’attuale contesto l’istituzione familiare venga messa in discussione”, il Papa ha denunciato che “a subirne le conseguenze sono le fasce sociali più deboli, specialmente le giovani generazioni, più vulnerabili e perciò facilmente esposte al disorientamento, a situazioni di auto-emarginazione ed alla schiavitù delle dipendenze“. In serata poi a Pennabili (Rimini), ha incontrato i giovani della diocesi invitandoli “a non aver paura” di porsi “le domande fondamentali sul senso e sul valore della vita“, non fermandosi alle risposte parziali, immediate, più facili e comode, ma a leggere in profondità la propria esperienza umana: “scoprirete, con meraviglia e con gioia, che il vostro cuore è una finestra aperta sull’infinito! Questa è la grandezza dell’uomo e anche la sua difficoltà“. Di qui l’auspicio conclusivo: “lasciate che il mistero di Cristo illumini tutta la vostra persona! Allora potrete portare nei diversi ambienti quella novità che può cambiare le relazioni, le istituzioni, le strutture, per costruire un mondo più giusto e solidale, animato dalla ricerca del bene comune. Non cedete a logiche individualistiche ed egoistiche”.

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