La parola di Papa Benedetto

LA PAROLA DI PAPA BENEDETTO

a cura di Gian Paolo Cassano

La figura del profeta Elia è stata l’oggetto della Catechesi del Pontefice lo scorso mercoledì 15 giugno che rimise il popolo davanti alla propria verità in un tempo in cui Israele stava cedendo alla seduzione dell’idolatria. Infatti dove scompare Dio l’uomo cade nella schiavitù di idolatrie, come hanno mostrato nel nostro tempo i regimi totalitari con la loro schiavitù di idolatrie, e come mostrano anche diverse forme del nichilismo, che rendono l’uomo dipendente da idoli, da idolatrie e lo schiavizzano”.

Nell’Israele del IX secolo a.C. c’era una situazione di sincretismo tra Baal ed il Signore; Elia vuole “riportare a Dio il popolo che si era smarrito seguendo gli idoli.” Era caduto nell’inganno dell’idolatria che “invece di aprire il cuore umano all’Alterità, ad una relazione liberante che permetta di uscire dallo spazio angusto del proprio egoismo per accedere a dimensioni di amore e di dono reciproco, chiude la persona nel cerchio esclusivo e disperante della ricerca di sé. E l’inganno è tale che, adorando l’idolo, l’uomo si ritrova costretto ad azioni estreme, nell’illusorio tentativo di sottometterlo alla propria volontà.”

Ed Elia (ed in ciò è attualissimo) richiama all’assoluto di Dio, a cui “il credente deve rispondere con un amore assoluto, totale, che impegni tutta la sua vita, le sue forze, il suo cuore.”

L’esempio del profeta allora chiarifica l’autentico scopo della preghiera che “è la conversione: il fuoco di Dio che trasforma il nostro cuore e ci fa capaci di vedere Dio e così di vivere secondo Dio e di vivere per l’altro”.

Si è rivolto infine ai giovani, per cui è iniziato un tempo di vacanze o di esami: Vi aiuti il Signore a vivere questo periodo con serenità e a sperimentare l’entusiasmo della fede”.

Gian Paolo Cassano

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