La parola di Papa Benedetto

LA PAROLA DI PAPA BENEDETTO

a cura di Gian Paolo Cassano

Continuando il nuovo ciclo di catechesi sulla preghiera il Papa, nell’Udienza di mercoledì 11 maggio, citando il Catechismo della Chiesa cattolica, ha evidenziato come il desiderio di Dio sia “inscritto nel cuore dell’uomo, perché l’uomo è stato creato da Dio e per Dio”. E se, oggi, nel clima di un secolarismo imperversante Dio “sembra sparito dall’orizzonte di varie persone”, ci sono però “molti segni” che ci indicano “un risveglio del senso religioso, una riscoperta dell’importanza di Dio per la vita dell’uomo”.

Appare infatti “fallita la previsione di chi, dall’epoca dell’Illuminismo, preannunciava la scomparsa delle religioni ed esaltava una ragione assoluta, staccata dalla fede, una ragione che avrebbe scacciato le tenebre dei dogmatismi religiosi e avrebbe dissolto il ‘mondo del sacro’, restituendo all’uomo la sua libertà, la sua dignità e la sua autonomia da Dio”.

L’esperienza del XX secolo, segnata da due terribili guerre, “ha messo in crisi quel progresso che la ragione autonoma, l’uomo senza Dio sembrava poter garantire” ed il bisogno di una luce alle domande sul senso profondo della realtà. La religiosità dell’uomo “non emerge solo dai mondi antichi”, ma “attraversa tutta la storia dell’umanità”: così “l’uomo digitale” di oggi “cerca nell’esperienza religiosa le vie per superare la sua finitezza e per assicurare la sua precaria avventura terrena. Del resto, la vita senza un orizzonte trascendente non avrebbe un senso compiuto e la felicità, alla quale tutti tendiamo, è proiettata spontaneamente verso il futuro, in un domani ancora da compiersi”.

L’uomo “porta in sé una sete di infinito, una nostalgia di eternità, una ricerca di bellezza, un desiderio di amore, un bisogno di luce e di verità, che lo spingono verso l’Assoluto; l’uomo porta in sé il desiderio di Dio. E l’uomo sa, in qualche modo, di potersi rivolgere a Dio, sa di poterlo pregare”.

L’esperienza della preghiera è per tutti “una sfida, una grazia da invocare, un dono di Colui al quale ci rivolgiamo” ed “è apertura ed elevazione del cuore a Dio, diviene così rapporto personale con Lui”.

Domenica 15 maggio, al Regina Coeli, ha rivolto un pensiero di pace per la Libia e la Siria, ha ricordato il nuovo beato bavarese don Georg Häfner, ed evidenziato il tema delle vocazioni.

Infatti “gli uomini hanno sempre bisogno di Dio, anche nel nostro mondo tecnologico, e ci sarà sempre bisogno di Pastori che annunciano la sua Parola e fanno incontrare il Signore nei Sacramenti”.

Per questo è necessaria la preghiera “perché non manchino mai validi operai nella messe del Signore”. E’ necessario ascoltare la voce di Dio che oggi “rischia di essere sommersa in mezzo a tante altre voci … Solo chi è attento alla voce del Signore è in grado di valutare nella propria coscienza le giuste decisioni per agire secondo Dio. Dall’ascolto deriva, quindi, il seguire Gesù: si agisce da discepoli dopo aver ascoltato e accolto interiormente gli insegnamenti del Maestro, per viverli quotidianamente“.

Gian Paolo Cassano

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