La parola di Papa Benedetto

LA PAROLA DI PAPA BENEDETTO
a cura di Gian Paolo Cassano

Benedetto XVI ha concluso giovedì 28 febbraio, alle ore 20,00 il suo servizio petrino, ritirandosi a Castelgandolfo, salutato da una grande folla di fedeli che con gli striscioni dicevano: “Caro Papa ci mancherai”, “La tua umiltà ti ha reso più grande”, “Siamo tutti con te”. Salutandoli Benedetto XVI ha detto: “voi sapete che questo mio giorno è diverso da quelli precedenti; non sono più Sommo Pontefice della Chiesa cattolica: fino alle otto di sera lo sarò ancora, poi non più. Sono semplicemente un pellegrino che inizia l’ultima tappa del suo pellegrinaggio in questa terra. Ma vorrei ancora, con il mio cuore, con il mio amore, con la mia preghiera, con la mia riflessione, con tutte le mie forze interiori, lavorare per il bene comune e il bene della Chiesa e dell’umanità. E mi sento molto appoggiato dalla vostra simpatia”.
Nell’ultima udienza, mercoledì 27 febbraio, in una piazza San Pietro affollata come non mai e carica di emozione, ha affermato di non abbandonare la Croce, ma di “restare in modo nuovo” accanto al Crocifisso, “nel recinto di San Pietro”: “ho fatto questo passo nella piena consapevolezza della sua gravità e anche novità, ma con una profonda serenità d’animo. Amare la Chiesa significa anche avere il coraggio di fare scelte difficili, sofferte, avendo sempre davanti il bene della Chiesa e non se stessi”.
A tutti ha espresso la propria gratitudine per il sostegno e l’affetto ricevuti: “vorrei che il mio saluto e il mio ringraziamento giungesse poi a tutti: il cuore di un Papa si allarga al mondo intero”.
Benedetto XVI ha ripercorso il cammino dei quasi 8 anni di pontificato. “E’ stato un tratto di cammino della Chiesa che ha avuto momenti di gioia e di luce, ma anche momenti non facili; mi sono sentito come San Pietro con gli Apostoli nella barca sul lago di Galilea: il Signore ci ha donato tanti giorni di sole e di brezza leggera, giorni in cui la pesca è stata abbondante; vi sono stati anche momenti in cui le acque erano agitate ed il vento contrario, come in tutta la storia della Chiesa e il Signore sembrava dormire”.
Tutto ciò non ha mai scalfito la convinzione “che in quella barca c’è il Signore e ho sempre saputo che la barca della Chiesa non è mia, non è nostra, ma è sua e il Signore non la lascia affondare; è Lui che la conduce, certamente anche attraverso gli uomini che ha scelto, perché così ha voluto. Questa è stata ed è una certezza, che nulla può offuscare”.
Egli ha voluto ringraziare tutti, a cominciare dai cardinali e i collaboratori di Curia, aggiungendo: “io continuerò ad accompagnare il cammino della Chiesa con la preghiera e la riflessione, con quella dedizione al Signore e alla sua Sposa che ho cercato di vivere fino ad ora ogni giorno e che vorrei vivere sempre. Vi chiedo di ricordarmi davanti a Dio, e soprattutto di pregare per i cardinali, chiamati ad un compito così rilevante, e per il nuovo Successore dell’Apostolo Pietro: il Signore lo accompagni con la luce e la forza del suo Spirito”.
Gian Paolo Cassano

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