Teatro

OCCIMIANO – (gpc) Emozionante è stato il viaggio retrospettiva nella musica d’autore che Sergio Salvi è riuscito a fare in una serata in cui Fabrizio De Andrè e Giorgio Gaber sono stati reinterpretati con bravura.
E’ quanto è accaduto sabato scorso 21 aprile nel Salone Teatro parrocchiale di Occimiano.
Parliamo di “Convergenze parallele”, il recital musicale in cui Sergio Salvi, con la sua rappresentazione, tenta di trovare il bandolo della matassa che accomuna due cantautori che, nel panorama storico della musica italiana, si sono distinti come due artisti dalle caratteristiche tanto particolari quanto inimitabili.
Ciascuno di loro, infatti, aveva uno stile inconfondibile e le loro canzoni sono rimaste come segno indelebile di un’epoca, quasi stigmate impresse nella nostra società segnandone il tempo, i ritmi, le pulsioni sia esteriori sia interiori.
Salvi (che nella vita è Dirigente della Buzzi Unicem), musicista appassionato da sempre dei due grandi artisti italiani, ha suonato con l’indimenticabile Gigi Calò (sua la chitarra da lui ricevuta in eredità), in questa serata, la collaborazione di Marco Volta e di Alfredo Rivoire, ha con passione guidato il pubblico ad viaggio musicale attraverso ad una ventina di canzoni. Così De Andrè e Gaber si sono incontrati su temi quali la morte, la fine di un amore, il rifiuto del perbenismo, la solitudine, la satira del potere politico …
Ne è nata una serata particolarmente gustosa ed attraente, dove dall’ascolto sono emersi parallelismi, pur ferme restando le differenze, tra i due cantanti. Di qui nascono quelle “convergenze parallele” che pongono in contatto due elementi tra loro differentissimi.
Si va, così dall’attenzione agli umili colta nel meraviglioso “Canto del servo pastore” all’”Ave Maria” (per citare due canzoni di De Andrè), guardando altresì ad una più immanente Maria gaberiana (Chiedo scusa se parlo di Maria) e alla scanzonata ballata del Cerutti che guarda a certi bassifondi di una Milano anni Cinquanta.
Il panorama della canzoni ha toccato momenti diversi della produzione dei due cantautori, dagli esordi agli ultimi anni.
Ottima l’interpretazione di Sergio Salvi che ha saputo conciliare due cantanti diversi e convergenti per tanti motivi, oltre alla loro stessa grandezza.
gpc

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