NUOVI SANTI a cura di Gian Paolo Cassano

E’ Beata Alfonsa Maria Eppinger, l’estatica di Niederbronn; è stata proclamata solennemente nel pomeriggio di domenica 9 settembre, nel giorno dell’anniversario della sua nascita, nella Cattedrale di Notre-Dame di Strasburgo, dove fondò la Congregazione delle Suore del S.S. Salvatore. Il rito è stato presieduto dal card. Giovanni Angelo Becciu, prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi.
Sr Alfonsa Maria Eppinger è stata una “donna coraggiosa”, come l’ha definita il Papa all’Angelus domenicale, che, “soffrendo, tacendo e pregando, testimoniò l’amore di Dio soprattutto a quanti erano malati nel corpo e nello spirito”. Nutriva un forte desiderio di santità e spesso si ripeteva: “soffri, taci e prega, perché Dio ti vuole una gran Santa”, traendo dalla sua fede la forza di sopportare tutte le prove che il Signore le mandava. Fu sempre una persona umile, pur attraversando l’esperienza dell’estasi, pur avendo fama di mistica, e Madre di molte suore (sono tre le congregazioni che oggi la riconoscono come propria fondatrice).
Elisabeth (era il suo nome di Battesimo) era nata e cresciuta nella pianura tra Alsazia e Lorena, in una famiglia di condizioni modeste, campagnola e molto cattolica, prima di undici figli, con uan salute spesso cagionevole. Da quando ricevette la Prima Comunione (solo a 14 anni), l’Eucaristia divenne la forza che la sostenne per tutta la sua vita.
Due “punti ascetici focali” hanno segnato la vita di questa “singolare donna”. Il primo è “conoscere – ha detto nell’omelia il card. Becciu – i desideri di Dio” e mai “offenderlo” con il peccato; l’altro è “seguire tali desideri compiendo la Sua volontà”. Ella ha imparato “lentamente ad ascoltare la voce di Dio e cresce nell’intimità con Lui, fino a quando prende coscienza di due fatti sconvolgenti: di quanto Dio la ami e, nello stesso tempo, di come tante persone si mostrino indifferenti a tanto amore” ed è cosi che nacque nel suo cuore “chiara e pressante la spinta ad essere lei strumento dell’amore di Dio”.
La malattia e il dolore le riservarono un altro dono meraviglioso l’esperienza dell’estasi (a partire dal 1846), sentendo Gesù concretamente accanto a lei che le parlava e la confortava, venendo trasportata fuori da sé e perdendo coscienza del suo corpo. Esperienze che riferiva puntualmente al suo confessore e questi al vescovo: entrambi constatarono il dono della veggenza, della profezia e del saper scrutare i cuori, che portarono ad essere conosciuta per avere un consiglio o un conforto.
Essendo malattia e dolore una parte importante della sua vita, divennero anche il centro del carisma della nuova congregazione di suore che il Signore a un certo punto la chiamò a fondare. Diede una semplice regola: contemplare nel Vangelo il cuore di Gesù. e il suo atteggiamento verso tutti coloro che soffrono nel corpo e nello spirito ed essere come il Buon Samaritano per i bisognosi. La nuova Beata “suscitava l’apprezzamento di quanti la incontravano – ha detto il card. Becciu – i quali riconoscevano in lei i tratti della santità di vita e dell’eroismo delle virtù cristiane”.
La sua testimonianza insegna tuttora cosa sia l’autentico amore cristiano: non un’idea astratta, ma un servizio agli altri specie ai più deboli e poveri. Sempre la Beata Alfonsa Maria Eppinger ha dunque testimoniato, “che Gesù non è venuto solo a parlarci dell’amore del Padre, ma ha incarnato personalmente la sua immensa misericordia,” dunque la sua esperienza “è uno stimolo ad amare le persone che incontriamo ogni giorno, diventando per esse strumento dell’amore misericordioso di Dio”.

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