NESSUNO NE PARLA (O QUASI) news quasi sconosciute a cura di Gian Paolo Cassano

NESSUNO NE PARLA (O QUASI)
news quasi sconosciute
a cura di Gian Paolo Cassano

Si continua a combattere, ma nessuno ne parla. E’ la guerra dimenticata nello Yemen, dove la popolazione continua a restare intrappolata è la popolazione civile inerme, ormai allo stremo. Il bilancio di questo conflitto in corso dal 2015 ha generato una disperata situazione umanitaria: 22 milioni le persone bisognose di beni essenziali e a rischio, fra l’altro, per l’epidemia di colera e già 13.000 morti !
Domenica 17 giugno, all’Angelus, il Papa ha invocato urgenti negoziati di pace e il coinvolgimento della comunità internazionale. Un tavolo negoziale che dovrebbe essere avviato dall’Onu, ma che si rivela complesso, secondo, per i molti interessi in gioco, come “quelli dell’Arabia Saudita, ma anche quelli degli Stati Uniti, che – ha detto a Vatican News Farian Sabahi, docente di relazioni internazionali del Medioriente all’università della Valle d’Aosta – ha venduto oltre 24 miliardi di armi proprio ai sauditi”.
“È un dramma imputabile solo all’uomo. – denuncia Michele Servadei, Regional Emergency Advisor di Unicef, tornato pochi mesi fa dallo Yemen – La guerra civile è il problema principale dal quale scaturiscono poi tutti gli altri: malnutrizione, colera e emergenza idrica”. Il conflitto, uno dei più gravi di questi tempi, ha causato migliaia di morti.
“È impressionante vedere- racconta Giorgio Bergami, chirurgo di Medici Senza Frontiere – come la popolazione cammini per strada armata. Per loro è una cosa normale. Italia la ricchezza si misura con oro e gioielli, nello Yemen con i kalashnikov. Più possiedi armi costose più sei potente”.
Negli ultimi tre anni ci sono stati migliaia di bombardamenti aerei che hanno colpito moltissimi civili causando loro danni fisici e psicologici. “Ho conosciuto un ragazzo di 16 anni – racconta Filippo Ungaro di Save The Children – che è stato vittima di un attacco aereo a causa del quale ha perso una gamba e molti membri della sua famiglia. Ma i segni dell’attacco si riscontrano anche nella sua psiche. Da quel giorno non riesce più a dormire perché sente costantemente il ronzio degli aerei in cielo”.
Ciò che appare chiaro è che “non c’è una soluzione umanitaria. – conclude Michele Servadei -L’unica è quella politica. Solo questo tipo d’intervento potrà risolvere la drammatica situazione dello Yemen ponendo fine ad un conflitto che sta facendo morire un’intera nazione”.
Gian Paolo Cassano

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