Mamma

OCCIMIANO – E’ una prova dura, quella che il Signore ha permesso, ma la forza che viene dalla fede aiuta a comprendere il progetto di io. Certo, nella settimana che è trascorsa dalla sua caduta, mi sono sentito un po’ come il re Davide, dopo l’annuncio del profeta Natan della morte del figlio avuto da Bersabea. Ho sperato, ho pregato, ho chiesto preghiere a tutti, ho chiesto la grazia di salvarcela. Ma a Dio è piaciuto diversamente: l’ha volto con sé per riservarle il premio ai suoi servi fedeli. Ha servito sempre il Signore nella sua famiglia, nei sacerdoti, nella Chiesa; ora il Signore le ha preparato un posto nella beatitudine del suo Regno.
Aveva imparato in famiglia l’attenzione ai sofferenti, essendo figlio e poi moglie di un medico; e quando le è stato chiesto di fare volontariato in casa di riposo come animazione e preparazione della S. Messa l’ha accettato volentieri, anche come ministro straordinario della S. Comunione.
Una trentina di anni fa, con Letizia Busta, per volontà di mons. Carlo Cavalla, era stata tra le fondatrici dell’Associazione Diocesana Familiari del Clero per vivere in una dimensione ecclesiale quello stile di servizio non solo verso di me (il Signore l’aveva accontentata nel suo desiderio di avere un figlio sacerdote), ma verso tutti i preti per i quali ha sempre avuto attenzione ed amore.
Con tutti era accogliente, perché (come mi ha detto un amico) la mamma del parroco è la mamma di tutto i parrocchiani. Mi è stata vicina sempre, comprendendo la mia difficoltà umana e a sorreggermi, invitandomi con il suo stile ed il suo esempio a guardare alla volontà di Dio nelle pagine delle vita quotidiana.
E’ sempre stata di inserirsi nel tessuto vivo del tempo, non subendolo, ma vivendolo; aveva preso la patente per l’automobile agli inizi degli anni Cinquanta quando ancora erano molto poche le donne a guidare. Così come non ha mai mancato ad un dovere civico come quello del voto, anche sino all’ultimo in qual fatidico 4 dicembre, in cui recandoci a votare mi ricordava di essere stata giovanissima in quel 1946, quando per il referendum istituzionale, il voto era stato per prima volta
esteso alle donne. Con la mia mamma scompare in Italia anche il cognome Cuntè, che il mio nonno aveva ripreso (anziché Cunteri).
Celebrerò la S.Messa di suffragio sabato 14 gennaio alle ore 16,30. A nome anche di mio fratello e dei miei familiari desidero ringraziare di cuore tutti coloro che ci sono stati e ci sono vicini in questi giorni di lutto.
Gian Paolo Cassano

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