La Parola di Papa Benedetto

LA PAROLA DI PAPA BENEDETTO

a cura di Gian Paolo Cassano

Alla Giornata mondiale della gioventù è andato un particolare pensiero del Papa nell’Angelus di domenica 14 agosto perché possano nascere “abbondanti frutti di vita cristiana”, esortando a “meditare sul tesoro della fede che ci è stata trasmessa e di accoglierla con gratitudine”.

Soffermandosi sul passo del Vangelo domenicale (della donna cananea) ha evidenziato (nel commento di Agostino) la sola apparente indifferenza del Signore “non per rifiutarle la misericordia, ma per infiammarne il desiderio”.

Di qui l’incoraggiamento “a crescere nella fede, ad aprirci e ad accogliere con libertà il dono di Dio, ad avere fiducia e gridare anche a Gesù ‘donaci la fede, aiutaci a trovare la via!’. È il cammino che Gesù ha fatto compiere ai suoi discepoli, alla donna cananea e agli uomini di ogni tempo e popolo, a ciascuno di noi. La fede ci apre a conoscere e ad accogliere la reale identità di Gesù, la sua novità e unicità, la sua Parola, come fonte di vita, per vivere una relazione personale con Lui”.

La “fede risponde ad una Persona”, che “vuole entrare in un rapporto di amore profondo con noi e coinvolgere tutta la nostra vita”: così occorre ogni giorno “vivere l’esperienza della conversione”, aprendo “la propria vita al suo Amore”.

All’Angelus nella festa dell’Assunta (15 agosto) ha parlato di Maria “una persona viva, che si trova nel presente di Dio. In Lei si manifesta il progetto eterno del Creatore, di redimere l’uomo intero – anima e corpo – e di rinnovarlo”.

Nel contemplarla ci è data la grazia di “poter vedere in profondità anche la nostra vita”: infatti “anche la nostra esistenza quotidiana, con i suoi problemi e le sue speranze, riceve luce dalla Madre di Dio, dal suo percorso spirituale, dal suo destino di gloria: un cammino e una meta che possono e devono diventare, in qualche modo, il nostro stesso cammino e la nostra stessa meta”.

Benedetto XVI, commentando poi il brano del Vangelo della visita da Elisabetta ha sottolineato “l’espressione ‘in fretta’: le cose di Dio meritano fretta, anzi le uniche cose del mondo che meritano fretta sono proprio quelle di Dio, che hanno la vera urgenza per la nostra vita”. E’ la fretta dell’amore che fa correre verso il prossimo, per portare la cosa più importante, la presenza di Dio che in Lei, Arca dell’Alleanza, si è incarnato.

Accogliere nella fede, il suo Figlio; non perdere mai l’amicizia con Lui, ma lasciarci illuminare e guidare dalla sua parola; seguirlo ogni giorno, anche nei momenti in cui sentiamo che le nostre croci si fanno pesanti.” Ecco il segreto che ci indica Maria.

Nell’udienza, alla vigilia della partenza per Madrid, mercoledì 17 agosto, si è ancora soffermato sull’Assunzione di Maria. “Maria dice il Vangelo è ‘Colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto’, quindi Maria ha creduto, si è affidata a Dio, è entrata nella volontà del Signore. Così era proprio nella direttissima, nella strada verso il Paradiso. Credere, affidarsi al Signore, entrare nella sua volontà: questo è l’indirizzo essenziale”.

Sull’esempio di Maria, bisogna “tenere nella nostra memoria le cose positive, i doni che Dio ci ha fatto, essere attenti ai segni positivi che vengono da Dio e fare memoria di questi”. Spesso siamo “assorbiti da tante attività e impegni, preoccupazioni e problemi”; ora “Maria ci insegna quanto sia necessario trovare nelle nostre giornate, con tutte le attività, tuttavia trovare momenti per raccoglierci in silenzio e meditare su quanto il Signore ci vuole insegnare, su come è presente e agisce nel mondo e nella nostra vita: essere capaci di fermarci un momento, e di meditare”.

I misteri di Dio vanno “ruminati”, vanno cioè fatti sempre risuonare in noi stessi perché diventino familiari. Il Papa ha indicato i tanti modi possibili: la lettura di un brano della S. Scrittura, una pagina di un autore di spiritualità e ancora la recita del Rosario….

La costanza nel dare tempo a Dio è un elemento fondamentale per la crescita spirituale; sarà il Signore stesso a donarci il gusto dei suoi misteri, delle sue parole, della sua presenza e azione, trovare come è bello quando Dio parla con noi; ci farà comprendere in modo più profondo cosa vuole da me. Alla fine è proprio questo lo scopo della meditazione: affidarci sempre più nelle mani di Dio, con fiducia e amore, certi che solo nel fare la sua volontà siamo alla fine veramente felici”.

Gian Paolo Cassano

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