LA BELLEZZA NELLA PAROLA a cura di gpc

Venne Gesù, a porte chiuse. (…) Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». (Gv 20, 26-27)

L’incontro del Risorto con Tommaso è descritto con grande efficacia dal Guercino che dipinse la tela nel 1621 (ora nei Musei Vaticani).
L’attenzione è posta ai due protagonisti. Innanzitutto Gesù che porta il vessillo bianco (segno dell’avvenuta risurrezione), con la testa circondata da un anello di luce soprannaturale; è divino, ma offre con paziente condiscendenza la sua ferita alla verifica del discepolo. C’è poi Tommaso con un’espressione particolarmente enfatizzata e quasi caricaturale nella sconfinata incredulità, mentre si avvicina alla ferita di Cristo con fare circospetto e gli occhi sgranati.
A sinistra si nota Pietro (con i colori della sua iconografia) con le mani incrociate, estatico a tale incredulità. A destra, dietro Tommaso, altri due apostoli, privi di caratterizzazione, uno dei quali ha addirittura il volto nascosto. Essi fanno parte di un repertorio di figure di contorno, funzionale all’integrazione degli spazi vuoti.

Ha scritto mons. Emidio Cipollone, vescovo di Ortona: “grazie, Signore Gesù, per averci dato san Tommaso!/Uno come noi./Uno che non si accontenta delle certezze degli altri. (…) elaborando, (…) una sana inquietudine e un dubbio autentico (…) e lo hanno condotto ad inginocchiarsi davanti a te.”

guercino-incredulita_di_san_tommaso.jpg

Comments are closed, but trackbacks and pingbacks are open.