Cinema

OCCIMIANO – (gpc) Una storia di sopravvivenza dolorosa e importante. Un film di migranti
sui migranti e sull’Italia di oggi. Una prima assoluta per il nostro territorio. E’ la proposta che il Servizio migranti della diocesi con il Circolo cinematografico don Alberione propone domenica prossima 29 maggio, alle ore 18,00 presso il Salone Parrocchiale di Occimiano (piazza Marconi, dietro la Chiesa, davanti al Ristorante del Moro).
Il film prende spunto da fatti di cronaca. È il 13 dicembre 2011 a Firenze, al mercato di San Lorenzo, quando un uomo avvicina un gruppo di venditori ambulanti senegalesi e spara a freddo contro Sougou Mor e Mbengue Cheik, ferendoli gravemente nel corpo e nell’anima, dopo aver ucciso i loro connazionali Samb Modou e Diop Mor a Piazza Dalmazia. Due anni prima, Mohamed Ba, attore, griot e infaticabile mediatore culturale, veniva accoltellato nella sua Milano, tra l’indifferenza dei passanti.
Il documentario di Dagmawi Yimer dà voce ai tre sopravvissuti. Grazie alla generosità di racconto di Ba, alla fiducia ottenuta da Mor e Cheik e al montaggio esperto e lirico di Lizi Gelber, il film porta alla luce i nomi, i volti, le fatiche, le speranze e le paure dei migranti che la cronaca della strage di Firenze aveva relegato al ruolo non meglio identificato di “vittime”, preferendo puntare i riflettori sull’assassino, un italiano neonazista.
Si racconta un presente di paura cronicizzata e di coraggio necessario, che le immagini di uno spettacolo di Mohamed Ba mettono in relazione con una storia troppo lunga e antica, che narra di secoli di schiavitù e di famiglie smembrate; immagini, con altre, ancora più significative, che il regista propone con grande sensibilità fotografica.
La fotografia della quiete improvvisamente odora adesso di paura, eppure il mercato viene montato, nasce il giorno, scorre l’Arno sotto Ponte Vecchio, Cheik porta suo figlio al parco. È in questo parlare dell’oggi e insieme di una storia che si ripete, la brutta storia del razzismo, che il documentario di Dagmawi Yimer (migrante a sua volta, sbarcato a Lampedusa nel 2006) arriva al cuore e alla coscienza, senza indulgere in indignazioni o lamentele di alcun tipo.
gpc

Comments are closed, but trackbacks and pingbacks are open.