Parrocchia

OCCIMIANO – (gpc) La festa di Maria Ausiliatrice è sempre stata particolarmente sentita degli Occimianesi e si è accompagnata con un impegno intenso di preghiera.

Infatti, martedì 24 maggio, continuando una tradizione consolidatati in questi anni, sin dalle 9 del mattino (con l’esposizione del S.S. Sacramento e la celebrazione comunitaria di Lodi) è iniziata una preghiera prolungata di adorazione eucaristica che si è prolungata per tutta il giorno fino alla sera, concludendosi con la Benedizione Eucaristica, cui è seguita la S. Messa. Quest’anno poi è stata esposta per le devozione la bella statua della “Madonna del bombardamento”, nell’anno centenario dell’unità d’Italia. La statua riproduce l’immagine della Madonna della medaglia miracolosa ed ha le mani amputate in seguito al bombardamento del 25 gennaio 1945.

La statua era custodita in una piccola cappella votiva in via Vittorio Emanuele, all’altezza del cancello della casa che fu del prof. Guido Angelino, di fronte alla casa della famiglia Casalone.

Il 25 gennaio 1945, giovedì – racconta Monica Deambrosis che ne ha raccolto la memoria storica dalla madre Olimpia e da altri testimoni – era caduta la neve ed aveva imbiancato tutto il paese. I bambini erano a casa da scuola essendo giorno di riposo settimanale. Si udì un aereo che sorvolava il paese e poi girava abbassandosi sulle case. Dopo pochi istanti lo scoppio della bomba. Le finestre si spalancarono di colpo, i vetri si infransero.” Erano state sganciate due bombe.

Una aveva colpito la cappelletta facendone crollare il davanti e i lati. In mezzo al fumo appariva solo la parete posteriore e la statua della Madonna , intatta, ma con le mani mozzate. Attorno tutte macerie. La casa di fianco ospitava la falegnameria dei fratelli Figazzolo. Al momento dello scoppio si trovava a lavorare Oreste Ricaldone che rimase sepolto dalle cataste di assi, con la testa che sporgeva, miracolosamente illeso.

La seconda bomba invece cadde sull’abitazione di fronte alla falegnameria, quella del messo comunale Giovanni Angelino. La casa venne rasa al suolo e Giovanni, che si trovava in cantina, perì soffocato dal fumo e dalla polvere.”

Dopo la guerra la cappelletta venne ricostruita da alcuni muratori occimianesi; venne poi abbattuta verso la fine degli anni ‘60 per realizzare il cancello di ingresso della casa e della statua, custodita presso la Casa di riposo, si erano perse le tracce …. Ora, con l’occasione delle rievocazioni storiche per l’Unità d’Italia, è stata felicemente riproposta alla venerazione e al culto.

gpc

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